Ma si, spacchiamo tutto ed okkupiamo il paradiso!

Graffiti, scritte, danneggiamento degli accessori e "vandalismo" vario:
quanto clamore e quante condanne "ideologiche" contro quella che si
presenta come l’inevitabile e spontanea risposta a una scuola-carcere,
che reprime il naturale essere dell’individuo e gli nega ogni spazio di
comunicazione e partecipazione.
Chi continua a scagliarsi contro i "vandali", irrispettosi del "luogo
pubblico", mostra solo una profonda ottusità. Certo, è sempre più
facile condannare che comprendere, perchè spesso le domande da porsi
posso essere scomode.


Abbandoniamo per un minuto quell’ipocrisia, la stessa che tutti i
giorni ci fa interpretare il ruolo di scolari educati, attenti ed
interessati alle lezioni. Abbandoniamola, e proviamo a chiederci: ci
piace questa scuola? amiamo davvero essere obbligati ad entrare tra
quelle mura grigie ogni mattina per sederci scomodi e azzittiti su quei
banchi? non desideremmo tutti noi sfogare il nostro malcontento verso
la scuola su di essa?
La domanda è retorica.

Fin quando il banco fungerà da gabbia per lo studente, in cui è di
fatto incatenato senza catene per 5 o più ore, in posizione statica,
fisicamente innaturale e frustrante; fin quando la scuola sarà un luogo
di castrazione dei desideri e il regno dell’autorità e dell’ipocrisia,
essi saranno sempre oggetto di attacco spontaneo ed incontrollato da
parte degli studenti.

La repressione del desiderio provoca ribellione, conoscia o inconscia
che sia. La noia delle lezioni istiga all’aggressività. Lo squallore
delle strutture (simili a quelle delle carceri), è nemica di ogni
occhio. E lo saranno sempre.
Non si tratta di incitare al vandalismo, non ce n’è bisogno. Dietro il
più obbediente degli studenti, si nasconde già un grande vandalo.

C’hanno obbligato in una scuola per insegnarci l’obbedienza e il
sacrificio, c’hanno acceso una TV davanti agli occhi per farci spegnere
il cervello,  c’hanno circondato di sbirri e telecamere per
controllarci, c’hanno trasformato da uomini in consumatori, sono
riusciti a rinchiuderci in una sconfinata gabbia che è questa società,
sono riusciti ad imporci la loro autorità e a negarci i desideri… ma per fortuna non potranno mai distruggere il nostro essere di uomini liberi!…

 

Sta a noi liberare i nostri istinti di RIVOLTA!
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